C’era una volta una giovane donna di nome Mariuzza. In casa non le mancava nulla, ma un giorno si affacciò alla finestra e vide nell’orto della sua vicina del prezzemolo nuovo, di un bel verde tenero.
-“Se potessi averne un poco!” pensò la donna e si guardò in giro per vedere se c’era in giro la padrona dell’orto e vide che proprio in quel momento la donna stava uscendo da casa. Mariuzza uscì veloce da casa, raggiunse l’orto della vicina e strappò un grosso ciuffo di prezzemolo.
Quando la vicina tornò a casa e si accorse dei quel furto, si arrabbiò moltissimo e disse:
-“Se trovo chi mi ha rubato il prezzemolo… lo farò pentire!”
Mariuzza, però, non sapeva che la vicina era un’Orca molto potente e continuò a rubacchiare di qua e di là… finche, un giorno, non si fece beccare con le mani nel sacco! -“Ah, sei tu che rubi il mio prezzemolo!” gridò l’Orca arrabbiatissima -“E’ così buono” rispose timida Mariuzza cercando di scusarsi.
-“Buono o non buono è mio, e non lo devi toccare! Ti pentirai di quello che hai fatto!!! Quando avrai un figlio, maschio o femmina che sarà, dovrai darmelo!”
La povera Mariuzza tremava di paura, e pur di essere lasciata libera, accettò…
Passarono gli anni e a Mariuzza nacque una bambina sana e bella. La bimba aveva sul petto una strana voglia verde a forma di prezzemolo, la madre decise quindi di chiamarla Prezzemolina.
La bimba cresceva bene e diventava ogni giorno più bella.
Compì sette anni e la madre la mandò a scuola. L’Orca, che non aveva mai perso di vista le due vicine, ogni volta che incontrava la bimba le diceva:
-“Ricorda a tua madre l’antica promessa…Mi deve qualcosa!…”
Quando la bimba riferiva le parole della vicina, la povera Mariuzza tremava dalla rabbia e dalla paura!… Finchè un giorno la povera donna sbottò:
-“La prossima volta che quella megera ti dirà che le devo qualcosa tu rispondile “ALLORA PRENDITELA!”.
La povera Prezzemolina, che non sapeva quale fosse l’antica promessa, quando incontrò l’Orca le rispose come le aveva detto la madre. Non l’avesse mai fatto!
L’Orca afferrò la bimba per i capelli e la portò in un bosco fittissimo…lì fece una magia: fece comparire una torre altissima che non aveva né porte né scale, ma solo una piccola stanza con una finestra, in alto. Lì fu rinchiusa Prezzemolina. La povera bambina supplicò l’Orca di lasciarla tornare a casa, ma fu tutto inutile; fu costretta a vivere con lei nella torre.
Passarono gli anni e Prezzemolina divenne una bella fanciulla dai lunghi capelli biondi che teneva pettinati in due trecce che scendevano fino a terra: l’Orca se ne serviva per salire e scendere dalla torre, proprio come fossero due funi.
Un giorno passò di lì, per caso, un principe vide la ragazza e se ne innamorò perdutamente.
-“Chi sei?” le chiese
-“Sono Prezzemolina”
-“Che nome buffo! Ma come faccio a raggiungerti? Non ci sono né porte né scale” chiese curioso il principe
-“Sono prigioniera dell’Orca” esclamò la fanciulla
-“Oh, povera Prezzemolina. Verrò io a farti compagnia” promise il giovane.
E così fece: tutti i giorni si fermava ai piedi della torre, i due ragazzi si innamorarono profondamente l’uno dell’altra.
-“Vorrei salire per parlarti da vicino” disse un giorno il principe
-“Vieni questa notte. Metterò del sonnifero nel vino dell’Orca” decise Prezzemolina e così fece.
Quando la sera l’Orca bevve il vino si addormentò subito profondamente. Allora Prezzemolina gettò le trecce al Principe, e dopo averle baciate, iniziò a salire lentamente.
I due giovani passarono qualche ora felici, all’alba il principe scese dalla torre. Andò avanti così per alcune notti… ma un giorno una vicina impicciona avvertì l’Orca
-“Voi non sapete cosa succede di notte in casa vostra” e le raccontò tutto-“Grazie per avermi avvertita, ma non c’è pericolo. Ho fatto un incantesimo: Prezzemolina potrebbe fuggire solo se avesse in mano le tre ghiande fatate che ho nascosto in una trave del soffitto della cucina”. L’Orca aveva parlato a bassa voce, ma non abbastanza… Prezzemolina aveva ascoltato tutto.
Arrivò la sera e arrivò il Principe
-“Siamo in pericolo” gli disse subito la fanciulla “dobbiamo fuggire!”
rima di lasciare la torre i due innamorati cercarono le tre ghiande fatate e le trovarono subito. Calarono giù una corda ben fissata alla finestra e fuggirono via. Purtroppo l’Orca si svegliò presto e accortasi della fuga si gettò all’inseguimento dei due giovani. Quando questi udirono le urla dell’Orca iniziarono a correre veloci, ma Prezzemolina si ricordò delle tre ghiande fatate ne prese una e la gettò contro quella cattivona. Dalla ghianda venne fuori un cane enorme, che si avventò contro la donna, ma quella, che era furbissima, lanciò lontano un tozzo di pane che aveva in tasca e subito il cane lo rincorse.
I ragazzi correvano veloci, ma lei continuava a guadagnare terreno, Prezzemolina buttò la seconda ghianda, ed ecco che apparve un leone enorme con le fauci spalancate.
Ma l’Orca corse in un prato vicino dove un asino brucava l’erba; gli levò la pelle e se la mise addosso. Il leone raggiunse la donna, ma quando la vide rimase stupito:
cos’era quella cosa informe? Una donna o una bestia? Il leone si spaventò e, non sapendo cosa fare, fuggì via.
L’Orca riprese a inseguire i due innamorati, Prezzemolina buttò l’ultima ghianda rimasta. Ne uscì un lupo grosso e vorace che, vedendo l’Orca ricoperta dalla pelle dell’asino, la scambiò proprio per un asino e se la mangiò in un boccone.
I due innamorati riuscirono a raggiungere il paese del Principe, si sposarono subito e vissero felici per moltissimi anni.