L’Usignolo che non voleva migrare

Racconto e disegni di Laura La Penna

Una mattina, un giovane usignolo che viveva in un grande bosco si accorse che qualcosa era cambiato. Faceva più freddo e per terra tutto era coperto da uno spesso manto di foglie gialle e rosse. Uscì dal suo nido per andare a giocare con i suoi amici e per discutere delle novità.
Li aspettò un po’, saltellando tra i rami e poi fin giù sulle foglie cadute ma nessuno si fece vivo. Li cercò anche nelle loro tane e nei pressi della grande palude che si trovava vicina: dei suoi amici nessuna traccia.
Molto rattristato decise di tornare al suo nido, quando incontrò un vecchio passero.
“Amico mio!” gli disse, “Che novità è questa? E’ forse bastata una sola notte per cambiare tutto quanto in questo bosco!”
Il vecchio passero che aveva tanta esperienza, sorridendogli rispose: “Mio caro usignolo, si vede che sei giovane ed inesperto. Non lo sai tu che è già arrivato l’autunno? Non ti sei forse accorto di quanto hanno lavorato i tuoi amici tutta la settimana?”
“Si, certo!” rispose prontamente l’usignolo” mi sono accorto di quanto fossero tutti indaffarati…già ho anche aiutato il mio amico tasso a costruirsi una tana e… lo scoiattolo a raccogliere le ghiande!”
“Bravo! hai fatto bene, sei un amico generoso” lo sostenne il vecchio passero.
Il giovane usignolo però non era ancora persuaso e continuò ad incalzare l’amico.
“ Ed allora? Perché nessuno oggi vuole giocare? Ho bussato a tutte le tane e non ho avuto risposta. Sono forse tutti offesi? Ho fatto qualcosa di sbagliato? Per non parlare poi della mia amica cicogna:non è più nel suo nido!”
Il vecchio passero scoppiò in una fragorosa risata: “allora, non sai proprio niente figliolo! Molti animali, con l’arrivo della stagione fredda, vanno in letargo!”
“Le-tar…che? Ma cosa dici?” fece stranito l’usignolo.
“Oh.. insomma…lascia che ti spieghi: i tuoi amici, in buona sostanza, stanno dormendo, sono chiusi nelle loro tane e non possono sentire te che ti dai tanto da fare starnazzando come un’anatra nel tentativo di chiamarli!
“Oh mi perdoni signor vecchio passero se l’ho svegliata!” disse l’usignolo con fare canzonatorio e continuò:” ma quanto mistero, poi! Pensavo che volessero giocare a nascondino! Ed invece mi sono preoccupato per cosi poco! Tornerò più tardi, verso mezzogiorno, quando si saranno svegliati ed il sole sarà più caldo. Questo strano gioco che non conosco, questo LEBARGO o LOTARGO o come lo hai chiamato… a me…beh non piace affatto!”
E così l’usignolo stava per spiccare il volo verso il suo nido, quando il vecchio passero che aveva scosso il capo divertito tutto il tempo, lo rimbeccò:
“E no, proprio non ci siamo caro giovane usignolo. Molti animali del bosco vanno in LETARGO, dico LE-TAR-GO. Impara bene questa parola perché ogni volta che comincerà la stagione fredda, i tuoi amici andranno a rintanarsi per fare un lungo sonno e risvegliarsi in primavera.”
“Non ci credo!” ribattè annoiato l’usignolo. “Mi vuoi prendere in giro perché sono giovane ed inesperto. Uno non può sparire un giorno per andare a dormire e risvegliarsi sei mesi dopo…e poi così, senza dirmi niente! Ora che ci penso il mio amico scoiattolo mi aveva promesso una partita a campana…” . E così l’usignolo continuava a farsi le sue ragioni non volendo comprendere che non tutti gli animali sopportano il freddo come il vecchio passero.
“Ora che ci penso, lo vedi che mi prendi in giro? Che fine hanno fatto la mia amica cicogna e la mia vicina di nido, la signora rondine con tutti gli altri usignoli e…a pensarci bene non ho visto neanche le anatre ed i germani reali che stanno sempre vicino allo stagno…Lo vedi? Saranno andati tutti in gita, magari in quel posto che tu chiami LETARGO, si a divertirsi un po’ e non mi hanno detto niente quei birbanti!” disse l’usignolo sentendosi sollevato.
“Oh no” disse seccato il vecchio passero. Ora te lo dico una volta per tutte. Gli uccelli come loro MIGRANO, volano cioè in paesi più caldi. Non sono forti come noi che ci adattiamo al freddo e così volano via. Anche loro torneranno la prossima primavera a proposito perché non sei volato via anche tu? Cosa stai aspettando?”.
Usignolo cominciò a credere che il vecchio passero avesse ragione e così volò verso il suo nido ripetendo che lui mai sarebbe andato via da lì lasciando la sua casa ed i suoi amici.
Ben presto dovette riconoscere che quel vecchio saggio aveva molta esperienza perché nessuno dei suoi amici si fece vivo, quel giorno né i giorni successivi. 
Durante i freddi giorni che seguirono Usignolo si annoiava moltissimo dopo aver cercato il cibo e passato buona parte del tempo dormendo. Fu così che durante le fredde serate invernali cominciò a cantare e scoprì anche di essere molto bravo.
Nei giorni successivi si esercitò molto ed il tempo cominciò a trascorrere velocemente. A volte dimenticava persino di andare a cercarsi il cibo, tanto era preso da questo interesse. Per fortuna il vecchio passero che aveva notato quanto il giovane amico fosse preso dai suoi gorgheggi lo andava a trovare con la scusa di portargli qualche seme raccolto qua e là stava molto tempo ad ascoltare ammaliato i suoi concerti.
Un giorno Usignolo compose una ninna nanna, degna del più bravo musicista tra gli umani e cominciò a cantarla per tutti i suoi amici addormentati, sicuro che così il loro sonno sarebbe stato più lieve e piacevole fino alla primavera.
Ma…sapete una cosa? Molti altri animaletti piccoli e grandi che non erano andati in letargo cominciarono a sostare ogni giorno vicino al suo nido per ascoltare la sua voce ed Usignolo senza volerlo da allora fu circondato da tanti amici anche in inverno.