C’era una volta una donna molto cattiva, che aveva una figlia cattiva come lei e una figliastra buona. Un giorno andarono tutte e tre in un campo a falciare quando incontrarono un mendicate, che altri non era che Dio travestito che domandò loro:
-”Mi potreste indicare la strada che porta al villaggio?
-“Trovatela da solo!” disse la vecchia
-“Prendete la prima strada che troverete e , se alla fine non siete arrivato al villaggio… be’ prendetene un’altra” disse ridendo la figlia cattiva.
La figliastra si avvicinò al Signore e gli disse cortesemente:
-“Venite con me, buon uomo, vi condurrò io”
Il mendicante voltò le spalle alle due donne cattive ed in cuor suo disse:
-“Che possiate diventare nere come la notte e brutte come il peccato!” e così fu.
Arrivati al villaggio il viandante ringraziò la ragazza e le disse:
-“Voglio premiare la tua cortesia: chiedimi tre cose ed io e le concederò.
-“Vorrei essere bella come il sole” chiese umilmente la fanciulla. E divenne in un attimo così bella, bianca e lucente che non esisteva donna più bella di lei. “…vorrei avere un borsellino sempre pieno di denaro” . E si trovò un borsellino pesante in tasca. “… e vorrei … la salvezza dell’anima!”
Il Signore gliela promise
La fanciulla tornò al campo, dove erano rimaste la madre e la sorella. Appena queste la videro rimasero di stucco: loro, a causa della maledizione del Signore, erano diventate nere come la pece e bruttissime, mentre la ragazza era diventata più bella del sole.
Da quel giorno le due donne cattive iniziarono a trattare malissimo la povera fanciulla. L’unica consolazione della ragazza era sfogare tutto il suo dolore con il fratello, che era molto buono, ma non viveva in casa con loro. Un giorno lui le disse:
-“Cara sorellina, sei così bella che vorrei farti un ritratto, così quando saremo lontani, potrò consolarmi guardando la tua immagine”.
La fanciulla fu d’accordo, a condizione che non lo facesse vedere a nessuno. Appena il quadro fu pronto, il buon fratello lo portò nella stanza dove viveva: nel castello del re! Si, lui era il cocchiere personale del re. Ogni mattina, prima di iniziare il suo lavoro, il ragazzo, che si chiamava Reginaldo, si fermava a guardare il bel viso della sorella e parlava al ritratto come avrebbe fatto con la sua amata sorella.
Ben presto gli altri servi si accorsero che il giovane passava molto tempo a rimirate il ritratto della fanciulla, e lo riferirono al re. Questi, incuriosito, volle vedere il quadro e fu subito colpito dalla bellezza della fanciulla. Essa assomigliava in modo sorprendente alla sua amata sposa defunta, anzi era molto più bella!
Il re chiamò subito Reginaldo al suo cospetto: gli chiese di chi fosse il meraviglioso viso ritratto. Quando seppe che quella meraviglia era la sua sorella minore, la chiese subito in moglie.
Ordinò al cocchiere di portare alla sorella un magnifico abito d’oro, incastonato di pietre preziose e un meraviglioso diadema; ordinò che indossasse subito tutto e di condurla al castello.
Reginaldo era felicissimo, prese l’abito e i gioielli e andò a prendere la sorella.
Quando la matrigna e sua figlia videro tanta ricchezza, iniziarono ad urlare di rabbia. La giovane cominciò a gridare alla madre:
-“Tu dici di volermi tanto bene, ma non sei capace di procurarmi un re per sposo, perché lei sì ed io no!”
-“Non temere, aggiusterò tutto io!” la rassicurò la madre, che era una strega… con un sortilegio fece annebbiare la vista al cocchiere e fece diventare sorda da un orecchio la promessa sposa. Poi tutti salirono sulla carrozza e via, verso il castello!
La sposa indossava il suo bellissimo abito e il diadema; ad un tratto il fratello cominciò a gridare:
“Copri svelta sorellina
quel vestito da regina
perché pioggia non ti bagni
perché polver non ti offuschi
che tu bella giunga ogni or
dallo sposo tuo del cor”
La sorella che, a causa dell’incantesimo, era diventata sorda da un orecchio, sentendo un mormorio indistinto, disse:
-“Ma cosa dice mio fratello?”
-“Dice di levarti l’abito e di farlo indossare a tua sorella” rispose la brutta strega.
La fanciulla ubbidì, indossò l’abito tutto lacero della sorellastra e le dette il suo vestito d’oro.
Reginaldo intanto guidava il cocchio regale e continuava a gridare:
“copri svelta sorellina
quel vestito da regina
perchè pioggia non ti bagni
perché polver non ti offuschi
che tu bella giunga ogni or
dallo sposo del tuo cor”
-“Ma che dice mio fratello?” chiese ancora la promessa sposa del re alla matrigna.
-“Dice di levarti il diadema e di darlo a tua sorella!” rispose perfidamente questa. La fanciulla obbedì. Intanto Reginaldo per la terza volta cantò la stessa filastrocca. Di nuovo la fanciulla chiese alla matrigna cosa stesse dicendo il fratello e la vecchia strega rispose che il fratello voleva vederla affacciata al finestrino della carrozza. La ragazza si sporse e la vecchia e la sorellastra la presero in un attimo per le gambe e la buttarono giù. Stavano transitando vicino ad un fiume, la povera ragazza vi cadde dentro ed annegò. Ella spari, ed al suo posto apparve un’anatra bianca che nuotando nel fiume, si diresse verso il castello del re.
Appena giunti alla reggia, Reginaldo fece scendere dalla carrozza le due donne, il povero ragazzo con gli occhi offuscati, non riuscì a vedere che nel frattempo era avvenuto lo scambio, e portò le due donne al cospetto del re.
Quando il re vide quella ragazza brutta e nera, pensò che il cocchiere avesse voluto ingannarlo, chiamò quindi le guardie e fece buttare il giovane in un fosso, condannandolo a morire di stenti.
Intanto la strega aveva fatto un nuovo sortilegio: aveva offuscato la vista anche al re e tanto fecero e tanto dissero le due donne, che il re decise di sposare la brutta ragazza nera.
Passò un po’ di tempo. Un giorno arrivò, nuotando in un canaletto che attraversava la cucina, un’anatra tutta bianca, che disse allo sguattero:
“ragazzino accendi il fuoco,
ché scaldarmi voglio un poco”
Lo sguattero ubbidì e, mentre la bestiola si asciugava le piume umide, domandò ancora:
“Reginaldo, mio fratello,
che fa dunque ora di bello?”
Il garzone rispose:
“Reginaldo è imprigionato
tra le siepi del fossato”
E l’anatra:
“e la sposa nera ove’è?”
E il ragazzo:
“tra le braccia del re!”
Allora l’anatrella sospirò: “Oh gran Dio, abbi pietà di me!” e se ne andò.
Per altre due sere, l’anatra andò a far visita al garzone e gli fece sempre le stesse domande: il ragazzo fu così meravigliato da questo fatto che alla fine decise di raccontarlo al re.
Il re si arrabbiò moltissimo andò in cucina ed aspettò l’arrivo dell’anatrella e, quando la vide, la trapassò con la sua spada.
L’anatra morì, ma il suo corpo iniziò a trasformarsi in una meravigliosa ragazza… il re la riconobbe subito: era la bellissima ragazza del ritratto. Era felicissimo di averla ritrovata e si fece raccontare tutta la verità. Quando ebbe saputo della cattiveria delle due donne nere, pensò di vendicarsi di tutto il male che queste avevano fatto a lui, alla sua sposa e al povero Reginaldo. Fece portare alla fanciulla degli abiti asciutti, fece liberare Reginaldo che per fortuna era ancora vivo, poi si recò dalla moglie cattiva. La trovò in compagnia della madre, e proprio a questa il re chiese:
-“Che fareste ad uno che inganna, uccide, ruba la felicità degli altri?”
La vecchia rispose subito:
-“Lo farei chiudere in una botte irta di punte di ferro e lo farei buttare giù da un monte!”
Allora il re chiamò le guardie, fece rinchiudere le due donne in due botti irte di punte di ferro e le fece buttare giù dal monte più alto del regno.
Furono celebrate delle bellissime nozze tra il re e la buona e bella fanciulla e Reginaldo rimase con loro. Tutti insieme vissero felici e contenti per molti, molti anni.