Era l’ultimo giorno dell’anno. Le finestre illuminate delle grandi case risplendevano nella notte fredda. Per le strade risuonavano allegre musiche e le risate delle famiglie in festa: tutti festeggiavano l’arrivo del Nuovo Anno.
Fuori, per le strade fredde e buie, una ragazza vagava da sola. Era scalza e vestita di stracci…Candidi fiocchi di neve si adagiavano su i suoi bei cappelli biondi. La povera ragazza era infreddolita e affamata, sfinita continuava a vagare stringendo forte tra le mani un fagotto contenente i fiammiferi che aveva cercato di vendere per tutto il giorno. Nessuno, preso dai preparativi di quel giorno di festa, aveva avuto pietà di quella dolce fanciulla, nessuno aveva fatto caso a quelle mani tese che imploravano una moneta in cambio di una scatola di fiammiferi.
Ormai non c’erano più clienti per la strada, ma la ragazza preferiva vagare infreddolita per le strade piuttosto che tornare a casa: sapeva, infatti, che lì sarebbe stata picchiata perché non era riuscita a vendere neanche una scatola di fiammiferi…
Era così stanca che di sedette in un angolo per strada, si rannicchiò per proteggersi dal freddo. Prese le scatole di fiammiferi ed iniziò a contarle… e improvvisamente ebbe un’idea. Anche il calore di un solo fiammifero avrebbe potuto riscaldarle le dita gelate. Ne prese uno dalla scatola e lo strofinò. Il fiammifero si accese e fece brillare la sua calda fiamma. La ragazza fissò lo sguardo in quella luce che le dava tanto conforto, c’era qualcosa di magico in quella fiamma. Ad un tratto scorse in quella luce una stanza confortevole e calda con un bel camino acceso. Poteva quasi sentirne il calore…poi d’un tratto, la luce sparì e la fiamma si spense e la ragazza si ritrovò seduta in quella strada buia, nel gelo di quella giornata d’inverno, con un fiammifero spento in mano.
Subito la fanciulla accese un altro fiammifero. La fiamma sembrò ancora più lucente dell’altra. In essa si vide seduta ai piedi di un grande Albero di Natale.
Dai rami pendevano palline dorate. La fanciulla provò a tendere una mano per cercare di accarezzare quel magnifico albero, stava quasi per toccarlo ma quella magica luce morì: anche il secondo fiammifero si era spento. Questa volta però il suo visino, che era rimasto rivolto all’insù, potè continuare ad ammirare le luci sfolgoranti dell’albero che brillavano come stelle nel cielo. E guardando sempre in alto, vide una stella cadente.
-“In qualche luogo c’è qualcuno che sta morendo” si disse triste la piccola fiammiferaia. Sua nonna, l’unica persona al mondo che era sempre stata buona con lei e che era morta molto tempo prima, le aveva raccontato che, ogni volta che una stella cadeva dal cielo, uno spirito mortale tornava a Dio.
La fanciulla accese un altro fiammifero e la sua vecchia e cara nonna le apparve nella fiamma.
-“Nonnina mia!” gridò la fanciulla “non mi lasciare quando la fiamma si sarà spenta! Stai qui con me, nonna mia cara: ho tanto freddo e mi sento così sola”.
Senza perdere un attimo, la fanciulla accese tutti i fiammiferi che le erano rimasti prima che la nonna sparisse. Ne scaturì una fiammata altissima.
Chinandosi la nonna prese nelle sue mani la fredda manina della fanciulla ed insieme cominciarono a volare, sempre più in alto. Volavano piene di gioia… finalmente arrivarono in Paradiso. Lì né il freddo, né la fame, né il dolore avrebbero mai più potuto raggiungere la piccola fiammiferaia.
A mezzanotte le campane suonarono forte per salutare il vecchio anno e annunciare con gioia il nuovo anno.
In quel primo, freddo giorno del nuovo anno, la fanciulla fu trovata morta. Non era sopravvissuta al freddo della notte. Il suo corpo era ancora rannicchiato nel disperato tentativo di difendersi al gelo. Tutto intorno c’erano sparse le scatole di fiammiferi vuote.
-“Povera fanciulla, stava cercando di riscaldarsi in qualche modo” immaginarono i passanti. Ma tutti si stupirono nel vedere quel sorriso che le incurvava le labbra. Nessuno poteva immaginare quale dolce visione era apparsa agli occhi della fanciulla prima che raggiungesse quel luogo di gioia.